La cucina della speranza ferma a Pordenone.

Electrolux in aiuto a Hope per salvare un orfanotrofio in Israele. Ma il container è bloccato a Vallenoncello. Da 6 mesi.

di Daniele Micheluz
Il Friuli
del 10 giugno 2011

Un appello disperato che congiunge Lombardia e Friuli Venezía Giulia. A lanciarlo è la veneta Elena Fazzini, trapiantata a Milano, presidente della Fondazione Hope ('speranza' in inglese), già Premio per la Pace 2009 della Regione Lombardia. Una Onlus - ritenuta un'organizzazione no profit altamente innovativa e riconosciuta come molto efficiente da istituzioni pubbliche e private - nata dall'esperienza personale di una paziente dell'Ospedale San Gerardo di Monza, che ha inizialmente operato per il sostegno progettuale e finanziario di un ospedale italiano, l'Holy Family Hospital di Nazareth, in Israele.

UN PAESE IN GUERRA

Un territorio sempre caldissimo, come dimostrano i recenti scontri a fuoco lungo il confine con la Siria. Eppure, laggiù ci sono anche esempi di condivisione tra cristiani, musulmani ed ebrei. Hope, a riguardo, ha coinvolto istituzioni pubbliche e private, medici e professionisti per realizzare il Reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva. In soli 18 mesi è riuscita a progettare, finanziare, costruire ed avviare un'area ospedaliera di assoluta necessità, di cui l'ospedale era sprovvisto e dove le religioni, a livello di infermieri e pazienti, convivono. Ma una delle tante battaglie che sta combattendo adesso Hope, la più urgente, è quella che riguarda un vecchio orfanotrofio a nord di Nazareth, sorto ancor prima dello Stato di Israele.
"Si tratta di una struttura che accoglie circa un centinaio di minori, orfani o dati in affido dal Tribunale, della quale si occupa la comunità di Seforis dell'Ordine delle Figlie di Sant'Anna - spiega Fazzini -. Sono presenti tre missionarie italiane, una egiziana e una trentina di collaboratori. L'edifico è a rischio chiusura per motivi di sicurezza, legati al suo deterioramento". La struttura ospitante la comunità risale all'inizio del secolo e ha assoluta necessità di essere messa a norma secondo i regolamenti vigenti in materia di comunità per minori. In caso contrario la casa d'accoglienza verrà chiusa e i giovani ospiti dislocati in altri centri per minori del paese. Cosa che comporterebbe un profondo disagio per tutti coloro che vivono da oltre dieci anni nella comunità e considerano quel luogo la loro casa. Il paradosso è che a fianco è già pronto un nuovo edificio, del quale sono già stati attrezzati con tutti gli impianti sette locali.

L'INTERVENTO DEL FRIULI

Cosa manca? La cucina. E qui entra in gioco il Friuli. Electrolux, l'azienda svedese con sede a Porcia, ne ha messa a disposizione una nuova di zecca per sostenere l'iniziativa umanitaria di Hope. Gli stabilimenti pordenonesi hanno fornito la cucina a prezzo di costo, con un anno di garanzia, seguendo direttamente sul posto gli allacciamenti degli impianti e assumendo l'impegno di monitorare anche il montaggio. Solo che tutto il materiale, a causa di alcuni problemi burocratici internazionali, è bloccato a Pordenone, nella frazione di Vallenoncello, dove ha sede l'Electrolux Professional. Da 6 mesi. "L'orfanotrofio di Seforis - spiega Fazzini - è in grave pericolo: un'opera a servizio di bambini in difficoltà di tutte le religioni, necessita dell'aiuto di tutti noi. Aiutateci!".

UN APPELLO AL PREMIER

L'unico modo per sbloccare la situazione, insomma, è quello di porla all'attenzione dei vertici nazionali, in modo che possano attivare dei canali diplomatici tra Italia e Israele. "Se la situazione non dovesse risolversi a breve, dovremmo interpellare direttamente il ministro Franco Frattini  o addirittura il premier Silvio Berlusconi. L'alternativa sarebbe quella di pagare dazi e tassazioni locali molto alti, sull'ordine dei 30-40 mila euro, e non possiamo permettercelo". Il tempo stringe. E i bambini attendono.

L'impegno di Electrolux: anche un libro e grembiuli.

SOSTEGNO. Da oltre un anno, Electrolux sta seguendo il progetto di Hope per salvare l'orfanotrofio israeliano. "La Fondazione ci ha contattati illustrandoci l'iniziativa - spiega Pasquale Esposito, export area manager che segue la zona Mediorientale per il colosso svedese - e da subito ce ne siamo appassionati. Abbiamo fornito all'orfanotrofio anche una consulenza per la progettazione della cucina, correggendo alcuni errori che stavano per essere commessi, come quello di mettere l'area fuochi troppo vicino al lavaggio. Noi ne abbiamo pensata una non troppo tecnologica ma efficiente per produrre cento pasti alla volta. Ci sarà un'area centrale con i fuochi, un forno, delle celle frigorifere, la zona lavaggio e un abbattitore, che permetterà anche la conservazione dei cibi. Non resta che augurarci che la situazione si sblocchi al più presto", conclude Esposito. Al momento la cucina non può essere spedita, se non con il rischio di tenerla bloccata in dogana con costi altissimi. Eppure Electrolux aveva già pensato a tutto: oltre alla cucina, sono pronti libro-ricettario e i grembiuli da donare ai bambini, tutti marchiati Electrolux.

Ricette d'amore, questo il titolo della pubblicazione, è scritto in arabo, ebraico, inglese e italiano, perché sul cibo nessuno là si fa la guerra. Per l'inaugurazione - quando avverrà - è già pronto uno chef disponibile a dare qualche consiglio al cuoco dell'orfanotrofio, che attualmente dispone di una cucina con appena quattro fuochi.

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