Un ospedale per tutti.

A Nazareth il Centro della Sacra Famiglia avrà presto un reparto di Neonatologia e terapia intensiva dove opereranno e saranno curati cristiani, ebrei, arabi e drusi.

di Paolo Perazzolo, foto di Max Peef
Famiglia Cristiana
del 6 gennaio 2008

Non solo le cattive, ma anche le buone notizie non vengono mai da sole. Kakà, campione del Milan e Pallone d'oro 2007, ha devoluto il premio di 130.000 euro come miglior giocatore della Coppa del mondo per club all'Holy Family Hospital di Nazareth. E le casacche di Filippo Inzaghi, Cafu, Andrea Pirlo, Rino Gattuso, Clarence Seedorf e Dida della semifinale e della finale del Mondiale per squadre sono state messe all'asta e, anche in questo caso, il ricavato andrà a sostenere la struttura sanitaria di Nazareth. Ma la vera buona notizia, di fronte alla quale ogni successo sportivo impallidisce, è proprio che nei primi mesi di quest'anno verrà inaugurato il reparto di neonatologia e terapia intensiva dell'ospedale di Nazareth, grazie ai finanziamenti raccolti dalla Fondazione Milan Onlus: un piccolo miracolo di solidarietà in cui lo sport e il calcio, per una volta, mostrano il loro volto autentico, ispirato alla solidarietà, all'attenzione ai più deboli, alla pace fra i popoli. Fondato nel 1882 dall'ordine dei Fatebenefratelli come casa di accoglienza per ammalati e bisognosi, l’Holy Family Hospital (Ospedale della Sacra Famiglia) di Nazareth è conosciuto come "l’ospedale italiano", tanto è caro alla popolazione della città e di tutta la Galilea, che vi hanno riconosciuto non solo un modello di eccellenza sanitaria, ma anche un esempio di pacifica convivenza fra persone che appartengono a religioni diverse. Fra le corsie dell'ospedale è comune trovare sia medici che pazienti cristiani, ebrei, musulmani e drusi. «La proposta di coinvolgere la Fondazione Milan Onlus nella costruzione del reparto di Neonatologia e terapia intensiva è arrivata da Giuseppe Fraizzoli e dalla Hope Onlus, l’associazione italiana che sostiene l‘ospedale», spiega Leonardo, l’indimenticato (per virtù umane e calcistiche) campione del Milan e oggi segretario generale della Fondazione benefica del club rossonero. «Come per ogni nostra operazione, abbiamo avviato una serie di verifiche, per capire la fattibilità e l’utilità del progetto. Il sopralluogo ha avuto un grande effetto su di noi: ci ha sorpreso il senso di attesa della gente, l'amore e l'attaccamento per questo ospedale che è una vera istituzione locale, la passione con cui segue il nostro calcio... La collocazione della struttura, poi, ci ha affascinato: l'idea di costruire a circa 130 chilometri dal Muro del pianto una casa di cure per i bambini della regione, al di là della nazionalità e della religione a cui appartengono, ci ha conquistato. Ci inorgoglisce farci portatori del messaggio che le differenze non sono insuperabili».

Dalle parole si è passati ai fatti. A giugno è stata posta la prima pietra dei nuovi reparti.

«Un prete cattolico originario del luogo ha recitato un Padre nostro e un'Ave Maria in arabo. È stato commovente», ricorda Leonardo. La nuova struttura si estenderà su 500 metri quadrati e ospiterà 10 bambini in terapia intensiva e una quarantina in Neonatologia. La Fondazione ha raccolto e offerto i 750.000 euro necessari al progetto.

Tutti coinvolti, sponsor e giocatori.

Come è stato possibile mettere insieme una somma così importante? «Arrivano tutti dall’"universo Milan"», spiega ancora Leonardo. «I partner della società hanno mostrato grande sensibilità, al punto che non è raro che fin dal contratto iniziale sia prevista una partecipazione ai nostri progetti di solidarietà. Inoltre, tutti i dipendenti della società hanno rinunciato ai regali natalizi per dare un contributo». E i giocatori? «Il calcio ha un eccezionale potere comunicativo, e loro lo sanno. Per questo hanno voluto "metterci la faccia". È chiaro che non possiamo pretendere che siano presenti ogni giorno per seguire le attività della Fondazione, ma sono tutti coinvolti più di quanto si possa immaginare, si informano in continuazione sullo stato di questo o quel progetto ... Paolo Maldini, che è consigliere della Onlus, è molto attivo. Kakà e Ancelotti verranno a Nazareth per l'inaugurazione».

Cari juventini, interisti e tifosi di qualsiasi squadra, forse per una volta si può mettere da parte la propria "fede" sportiva e urlare insieme: forza Milan!

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