Il premio FamigliaLavoro, ideato e promosso al fine di gratificare i progetti sviluppati per permettere di conciliare famiglia-lavoro è stato vinto da Hope Onlus insieme con l'azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate.
Una stretta collaborazione tra l'Azienda ospedaliera di Desio-Vimercate e la Hope Onlus presieduta da Elena Fazzini. Un'associazione senza fine di lucro sorta per sostenere a distanza un'esperienza di pace nata dal basso, dalla quotidianità della vita di persone che, nell'offerta e nella fruizione del servizio sanitario, antepongono il valore della persona, il dialogo e la convivenza.
AL MEETING DI RIMINI 2009 IL PADIGLONE C1 riservato alla Compagnia delle Opere si apriva con lo stand dedicato alla Terra Santa. Capofila del progetto è Hope, onlus attiva in Medio Oriente che, per l'occasione, collabora con Ats, l'organizzazione non governativa al servizio della Custodia.
Un Asilo di pace in un territorio dominato dalla guerra. Il Western Galilee Hospital a Nahariya in Israele ai confini con il Libano, ha lanciato il progetto per la creazione di una struttura dove far convivere bambini musulmani, ebrei, cristiani.
Hope Onlus crea un progetto per sostenere l' Holy Family Hospital. Piccoli fund raiser contribuiscono.
Fondato nel 1882 dall'ordine dei Fatebenefratelli come casa di accoglienza per ammalati e bisognosi, l’Holy Family Hospital (Ospedale della Sacra Famiglia) di Nazareth è conosciuto come "l’ospedale italiano", tanto è caro alla popolazione della città e di tutta la Galilea, che vi hanno riconosciuto non solo un modello di eccellenza sanitaria, ma anche un esempio di pacifica convivenza fra persone che appartengono a religioni diverse.
Fra le corsie dell'ospedale è comune trovare sia medici che pazienti cristiani, ebrei, musulmani e drusi. «La proposta di coinvolgere la Fondazione Milan Onlus nella costruzione del reparto di Neonatologia e terapia intensiva è arrivata da Giuseppe Fraizzoli e dalla Hope Onlus, l’associazione italiana che sostiene l‘ospedale»
Che a Nazareth potesse sorgere un ospedale cristiano, nessuno ci avrebbe probabilmente scommesso. Eppure l’Holy Family Hospital (Ospedale Sacra Famiglia) è una realtà fin dai tempi dell’Impero Ottomano. Il suo nome inglese però non rende giustizia a manager e volontari italiani che lavorano a fianco di circa trecento musulmani, ebrei e cristiani, e a distanza, aiutando questa realtà ad essere sempre più viva in Israele. L'Holy Family sembra proprio un modello di convivenza, un esempio di pace nato dal basso e dalla quotidianità.
L'associazione Hope ha fatto da trait d'union fra il San Gerardo di Monza e l'Holy Family di Nazareth, facendo nascere un rapporto di cooperazione che è arrivato a un protocollo di intesa: un gemellaggio che prevede scambi di personale (medici israeliani andranno a Monza per la formazione, e viceversa), e una collaborazione per realizzare e dotare di attrezzature il reparto di patologia e terapia intensiva neonatale.
Nazareth (Israele, dicembre). Macchè, Karim proprio non riesce a stare fermo. Cammina nervoso lungo la sala d'attesa, conta le piastrelle azzurre del pavimento, si accarezza la barba, guarda insistentemente l'orologio. L'eccitazione è troppa: Jasmine, sua moglie, sta per dare alla luce il loro primo figlio. Fuori dalla finestra, il sole splende alto nel cielo terso di Nazareth.
Nell’ospedale italiano di Nazareth, in Israele, nascono centinaia di bambini ebrei, cristiani e musulmani. Ma servono culle! Tramite l’associazione Hope, con 200 euro ne compri una.